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giovedì 22 febbraio 2024

La squadra è virtù

(Lucio Anne Seneca, Lettere a Lucilio: libro IX, lettera LXXVI)

L'unico vero bene per l'uomo è la virtù. Seneca, nelle sue lettere a Lucilio, lo spiega attraverso una serie di confronti e analogie che mettono in risalto la superiorità della virtù rispetto a tutte le altre cose che comunemente vengono considerate desiderabili nella vita umana. Critica l'idea che la felicità possa essere raggiunta attraverso la ricchezza materiale e l'onore esteriore. Invece, sostiene che la felicità autentica è frutto della virtù e della saggezza, piuttosto che del possesso di beni materiali o della ricerca di gloria esteriore.

Spiega che la ricchezza e l'onore possono essere acquisiti facilmente, ma non portano necessariamente alla felicità. Al contrario, la virtù è intrinsecamente preziosa e non può essere comprata o venduta. Per dimostrare questo Seneca utilizza diverse analogie: paragona l'essere buono a una nave ben costruita, sottolineando che una nave non è considerata buona per i suoi ornamenti o per la sua decorazione, ma per la sua solidità e la sua capacità di navigare attraverso le tempeste del mare. Allo stesso modo, paragona la bontà a una spada, affermando che una spada non è valutata per i suoi ornamenti o per il suo valore materiale, ma per la sua capacità di tagliare con precisione. Idem fa con la squadra "regula", strumento indispensabile nelle arti. Utilizza la squadra come metafora per la virtù, sottolineando che il valore dello strumento non risiede nella sua bellezza esteriore, ma nella sua rettitudine e correttezza.

La virtù è l'unica cosa davvero importante per l'uomo perché è il mezzo attraverso cui si raggiunge la vera felicità e il compimento personale. Per Seneca, la virtù è la capacità di agire razionalmente e perseguire il bene comune, indipendentemente dalle circostanze esterne. In breve, è ciò che rende la vita umana significativa e soddisfacente.

Daniel Cramer | Cent Emblèmes Rosicruciens de la Société de Jésus de la Vraie Rose-Croix ou Cent Emblèmes Sacrés (1617-1674)
Daniel Cramer | Cent Emblèmes Sacrés (1617-1674)

Qui res ad normam, cum ratione, locat
Colui che dispone le cose secondo la regola, con ragione

RIFLESSIONI: 

Il parallelismo che l'autore fa con la squadra nel contesto della lettera è un modo efficace per illustrare il concetto della virtù e del vero bene per l'uomo. Assimilare la virtù alla regola (alla squadra) implica che la virtù, come la squadra, deve essere dritta e corretta. Così come la squadra è utilizzata per misurare e allineare le cose in modo preciso, la virtù è ciò che guida e misura le azioni morali di una persona. Infatti, la squadra è uno strumento di precisione che aiuta a distinguere ciò che è diritto da ciò che è storto, allo stesso modo, la virtù è ciò che permette di distinguere tra il giusto e l'ingiusto, il bene e il male.

Così come non si valuta una squadra per quanto sia bella esteriormente, ma per quanto sia diritta e accurata, allo stesso modo non si dovrebbe valutare la virtù in base agli attributi esteriori, ma per la sua integrità morale e la sua coerenza con la ragione.



Estratto dalla LXXVI Lettera di Seneca a Lucilio:

"Ergo hoc unum est bonum hominis, quod qui habet, etiam si aliis destituitur, laudandus est, quod qui non habet in omnium aliorum copiā damnatur ac reicitur. Quae condicio rerum, eadem hominum est: navis bona dicitur non quae pretiosis coloribus picta est nec cui argenteum aut aureum rostrum est nec cuius tutela ebore caelata est nec quae fiscis atque opibus regiis pressa est, sed stabilis et firma et iuncturis aquam excludentibus spissa, ad ferendum incursum maris solida, gubernaculo parens, velox et non sentiens ventum; gladium bonum dices non cui auratus est balteus nec cuius vagina gemmis distinguitur, sed cui et ad secandum subtilis acies est et mucro munimentum omne rupturus; regula non quam formosa, sed quam recta sit quaeritur: eo quidque laudatur cui comparatur, quod illi proprium est. Ergo in homine quoque nihil ad rem pertinet quantum aret, quantum feneret, a quam multis salutetur, quam pretioso incumbat lecto, quam perlucido poculo bibat, sed quam bonus sit. Bonus autem est si ratio eius explicita et recta est et ad naturae suae voluntatem accommodata. Haec vocatur virtus, hoc est honestum et unicum hominis bonum. Nam cum sola ratio perficiat hominem, sola ratio perfecte beatum facit; hoc autem unum bonum est quo uno beatus efficitur."


Lascio di seguito ai lettori la versione in italiano del precedente estratto e il link dell'intera lettera tradotta:

"Per tanto l'unico bene dell'uomo è la virtù. Chi la possiede, anche se viene privato degli altri (beni fisici-materiali) è degno di lode. Chi non la possiede incorre nella riprovazione e nel disprezzo fino al ripulsa, anche se ha ogni altra risorsa in abbondanza. Le cose si trovano in una condizione del tutto simile a quella degli uomini. Non si definisce buona una nave perché è dipinta con colori pregiati, né un'altra perché ha il rostro d'argento o d'oro né quella il cui dio protettore è cesellato in avorio, né perché è carica di tesori e ricchezze da re, ma (la nave che è) stabile, robusta e compatta con giunture che tengono fuori l'acqua, pronta a sopportare la furia del mare, obbediente al timone, veloce e impermeabile al vento; definirai spada buona non quella che ha una cintura dorata né (quella) il cui fodero è ornato di gemme, ma quella che ha sia la lama affilata per tagliare sia la punta capace di trapassare ogni protezione; una squadra (regola) è valutata non per quanto sia bella, ma per quanto sia retta (dritta); ciascun oggetto si apprezza per ciò per cui viene predisposto, che gli è proprio. Perciò anche nell'uomo non è per nulla importante quanto terreno ara, quanto denaro dà in prestito a interesse, da quanti riceve il saluto mattutino, in quanto prezioso letto sta sdraiato, in quanto trasparente coppa beve, ma quanto è buono. D'altra parte è buono se la sua ragione è libera e retta e adattata alla volontà della propria natura. Questa si chiama virtù, questa è l'onestà e l'unico bene dell'uomo. Infatti, visto che solo la ragione perfeziona l'uomo, solo la ragione lo rende perfettamente felice; d'altra parte l'unico bene è questo dal quale solo viene reso felice."


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